Sapere, libertà, mondo. A dieci anni dalla scomparsa di Pippo Morelli
È una storia troppo poco conosciuta, quella di Pippo Morelli (Reggio Emilia 1931), scomparso il 21 giugno 2013, esattamente dieci anni fa, e ricostruita nel libro di Francesco Lauria, pubblicato da Edizioni Lavoro,: “Sapere, Libertà, Mondo” La strada di Pippo Morelli”.
Morelli è stato un grande sindacalista della Cisl, formatore, collaboratore di Mario Romani ed esperto di contrattazione presso il Centro studi Cisl di Firenze negli anni Cinquanta; protagonista, con Pierre Carniti, della «primavera sindacale» della Fim e della Cisl di Milano negli anni Sessanta; leader nazionale della Fim e della Flm negli anni Settanta
Insieme a Bruno Manghi, Franco Bentivogli, Giorgio Benvenuto, Bruno Trentin fu ideatore e realizzatore della grande conquista contrattuale delle 150 ore per il diritto allo studio.
Segretario generale della Cisl Emilia Romagna e direttore del Centro studi Cisl di Firenze nel decennio successivo, fu promotore dell’incontro con la Cut brasiliana, guidata da Luiz Inácio Lula, e del sostegno da parte dei lavoratori italiani al paese latinoamericano nella difficile riconquista della democrazia.
Mentre rifletteva sulla necessaria «conversione ecologica» del sindacato, nel 1993 un ictus ne interruppe l’impegno pubblico e sociale, proprio al ritorno da un viaggio di cooperazione. Attraverso la vita esemplare di Morelli è possibile ricostruire attentamente almeno quattro decenni di avvenimenti sociali, sindacali e politici del nostro paese.
In occasione dei dieci anni dalla morte, riprendiamo un passo del volume a lui dedicato che riporta una sua testimonianza ad un campo scuola giovani, tenutosi a Pontenure, in provincia di Piacenza, nel 1989:
A Morelli vennero affidati la relazione e il dibattito introduttivi sull’impegnativo tema “I valori: tradizioni e attualità nella Cisl”. Preferendo parlare di «idee forza», Morelli affidò un messaggio particolarmente significativo ai giovani in chiusura della sua esperienza di dirigente sindacale «puro»:
“ (...) Più cultura vuol dire più potere. La famosa frase di don Milani, che il padrone comanda perché conosce 2000 parole mentre l’operaio solo 300, è valida anche oggi. Anzi oggi più di ieri visto che le grandi potenze non si fanno più la guerra con la distribuzione della tecnologia, ma piuttosto nell’informatica, cioè sul possesso delle informazioni. Per questo si chiede ai lavoratori più cultura, più conoscenze altrimenti si corre il rischio di vedere realizzato l’intendimento di coloro che sostengono che si deve eliminare il sindacato per permettere lo sviluppo dell’individualismo: in quest’ottica sarà il lavoratore singolarmente a cercare le risposte, premio di produzione o avanzamenti di carriera.
Questo vuol dire che chi ce la farà sarà fortunato, ma a farcela sarà solo il 3-4 per cento dei lavoratori, quelli più forti. [...]
Aggiungeva sul senso del lavoro:
“Sul lavoro aggiungo che è vero, abbiamo considerato troppo il lavoro come strumento per avere il reddito. Il lavoro deve essere anche gratificazione: parlare di professionalità, migliorare le condizioni di lavoro in termini di salute e fatica, vuol dire rendere un lavoro più soddisfacente.
C’è anche un altro discorso ancora ed è che la vita della gente non è tutta legata al lavoro. Ci scontriamo molto spesso anche coi comunisti o i marxisti, che hanno fatto del lavoro il centro assoluto della vita. Certo il lavoro è importante, ma non c’è solo quello. Nel nostro manifesto sulle 35 ore si dice liberare... per vivere meglio, non vuol dire che dobbiamo consumare di più, ma avere più tempo da dedicare ad altre attività altrettanto importanti: studiare, fare attività sociale, politica, fare del volontariato.... “
Un messaggio di libertà e liberazione valido ancora oggi. Ad oltre trent’anni di distanza...
Per approfondire: Sapere, libertà, mondo. La strada di Pippo Morelli
http://www.edizionilavoro.it/catalogo/saggistica/testimoni/sapere-libertà-mondo