Cronache di sindacalismo a Modena
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Pagine294
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CollanaStudi di Storia
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Anno2022
Descrizione
La riscoperta, nell’Archivio della Cisl di Modena, di documenti sulla contrattazione territoriale del primo dopoguerra consente di ripercorrere la storia di una Libera Cgil prima e di una Cisl poi guidata da una dirigenza nata per la quasi totalità nella Resistenza. Si tratta di un gruppo
fortemente caratterizzato a sinistra, d’ispirazione dossettiana e maritainiana e allo stesso tempo anticomunista al punto di mantenere in vita, a partire dal 1948, una struttura paramilitare segreta pronta ad opporsi a una temuta rivoluzione di tipo sovietico. Il confronto-conflitto con la Cgil culmina in due scontri che assumono una dimensione nazionale. In agricoltura i liberini danno vita alla cooperativa il «Bosco della Saliceta», simbolo della politica di incentivazione della piccola proprietà contadina, in contrapposizione all’occupazione delle terre sostenuta dalla Cgil. Nell’industria la Libera Cgil proclama lo sciopero contro la serrata delle Fonderie Riunite ma non partecipa alla tragica manifestazione del 9 gennaio 1950, per evitare i chiari rischi incombenti. Tuttavia la contrapposizione tra prospettiva democratica e prospettiva marxista-rivoluzionaria non si ferma alla disputa ideologica e sa trovare momenti di reale intesa quando si tratta di migliorare le concrete condizioni di vita di operai e contadini. Esiste una «contrattazione silenziosa», in cui la Libera Cgil e la Cisl realizzano intese unitarie con la Cgil. La rivisitazione della contrattazione fascista consente di individuare le difficoltà incontrate da tutto il sindacato democratico a introdurre elementi di innovazione nella struttura contrattuale. La prima vera grande novità si avrà solo con la proposta della Cisl per la contrattazione aziendale.