Quando l'operaio diventa cittadino
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Pagine340
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CollanaStudi di Storia
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Anno2016
Descrizione
Totem e tabù, ma anche bandiera e pietra dello scandalo, la legge 300/1970, comunemente nota come «Statuto dei Lavoratori», ha subito uno strano destino politico. Da decenni è oggetto di contesa e revisione, tramite referendum modificativi (vani) e interventi legislativi (tomentati). Diffusa però è l'ignoranza dei suoi contenuti originari, spesso ricondotti solo al contestatissimo articolo 18. Praticamente nulla si conosce invece della storia della redazione di quel testo di legge, nonostante le carte d'archivio offrano oggi molte possibilità di ricostruire snodi essenziali e protagonisti.
Questo libro, con un saggio introduttivo di Annamaria Furlan, ripercorre le tappe della sua lunga gestazione, emblema della stagione del centrosinistra organico in Italia, offrendo un'ampia collezione di documenti, perlopiù inediti. Nell'agile ricostruzione trovano spazio i retroscena che hanno visto come attori principali Giuseppe Di Vittorio, Pietro Nenni, Giacomo Brodolini, Gino Giugni e Carlo Donat-Cattin. Una vicenda altamente simbolica, perché promulgare una legge sui diritti dei lavoratori significò dare al lavoro, su cui già i padri costituenti avevano voluto fondare la Repubblica, un riconoscimento aggiornato in termini di forza e dignità.