Il lavoro e la città
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Pagine104
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CollanaI grandi piccoli
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Anno1996
Descrizione
Carlo Michelstaedter (1887-1910) ha consegnato a La persuasione e la retorica, forse insieme con l'implicita spiegazione delle ragioni del suo suicidio, il più desolante messaggio teoretico sulla vanità e sull'insignificanza della cultura del corpo e della civiltà del lavoro. Questo saggio vuol essere l'esame critico di un autore la cui «rettorica» antilavoristica e «incivile», risulta assolutamente inattuale.
La città degli uomini, nel suo fondamentale assetto borghese-capitalistico, resta pur sempre quella spietatamente denunciata da Michelstaedter. Ma solo con alle spalle la più negativa e nichilistica metafisica della gioventù, quella alla quale si riduce la michelstaedteriana filosofia della «persuasione», si può ritenere che in essa l'uomo viva «una vita che non è vita», cui si debba preferire la morte.
In un momento non solo culturale di michelstaedterismo teoreticisticamente e contraddittoriamente esibito, si difendono i valori storici e civili della città e del lavoro e, più ancora, l'immagine di un uomo che proprio nella città e nel lavoro, battendosi per far giusta l'una e meno alienante l'altro, trova la sua dimensione più autentica.
Antimo Negri, ordinario di Storia della filosofia nell 'Università di Roma 2, nel suo lungo impegno di studioso, ha privilegiato tematicamente la filosofia e la storia del lavoro. Su questi temi, tra le sue opere più significative, ricordiamo: Storia della filosofia del lavoro (7 voll. ., Milano 1980-82); I tripodi di Efesto: civiltà tecnologica e liberazione dell'uomo (Milano 1986); Il lavoro nel '900 (Milano 1988); Pensiero materialistico e filosofia del lavoro (Milano 1992).