Divieto di assumere
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Pagine168
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CollanaFuori collana
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Anno2014
Descrizione
Da quando è iniziata la grande crisi che sta avvolgendo l’economia internazionale, il sistema produttivo italiano ha subito (e sta ancora subendo) una crescita esponenziale dei licenziamenti.
L’industria ha avviato un processo di vera e propria fuga dal territorio nazionale, la piccola impresa si barcamena tra rate scadute e difficoltà di reggere la concorrenza, i servizi seguono il trend negativo generale; si contano sulle dita di una mano i settori che crescono o, quanto meno, restano stabili, sul piano occupazionale ed economico.
L’analisi delle ragioni che stanno dietro questa situazione sembra, in prima lettura, facile: colpa della crisi.
Ma questa lettura rischia di essere troppo consolatoria, se viene applicata per spiegare quello che sta accadendo in Italia.
In molti casi, le imprese scelgono di dismettere i propri investimenti nel nostro paese perché sono stanchi di fare i conti ogni giorno con il messaggio - divieto di assumere - che manda loro un ordinamento burocratico, formalista e illogico come quello italiano.
Questo libro, senza alcuna pretesa di completezza scientifica, vuole denunciare con forza questa situazione, nella speranza che la politica comprenda la necessità di intervenire presto e con decisione, ridando smalto e attrattività al nostro mercato del lavoro.
Il Jobs Act presentato da Matteo Renzi potrebbe dare una risposta valida a molti di questi problemi, a patto che sia trasformato rapidamente in misure concrete. Non sarà facile, e ci vorrà un grande investimento progettuale, ma è urgente intervenire presto. Più tardi si completerà la riforma del sistema, più difficile sarà recuperare il terreno che ogni giorno stiamo perdendo.