Agile e snella

«Piccolo è bello»? C'è ormai da dubitarne. Duro a morire, il mito della piccola impesa continua a guidare le politiche di sviluppo di governi e autorità locali. Ma, contrariamente agli stereotipi correnti, la grande impresa è viva e vegeta e sta diventando più flessibile ed efficiente. Basandosi su ampie ricerche condotte negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa, Harrison dimostra che la maggior parte dei posti di lavoro non viene creata nelle piccole imprese (che pagano salari più bassi e spesso senza contributi). Né queste svolgono, come erroneamente si crede, un ruolo primario nell'innovazione tecnologica. Nel lungo periodo, la crescita economica è assicurata, come sempre, dalla grande impresa che oggi, in risposta all'intensificarsi della concorrenza internazionale, sta diventando più agile e snella, decentrando attività che continua tuttavia a controllare e coordinare.

La grande sfida che ci sta di fronte è saper conciliare i vantaggi privati di queste grandi reti di produzione su scala mondiale con le finalità pubbliche di garantire migliori condizioni di lavoro e una più equa distribuzione del reddito, correggendo le sperequazioni e le disparità crescenti che sono il risvoltò negativo della flessibilità.

Bennett Harrison, docente di Economia politica alla Carnegie Mellon University, è autore di numerose pubblicazioni sulla ristrutturazione delle imprese e la deindustrializzazione dell'America. Collabora regolarmente con diverse riviste e quotidiani, fra cui: «Technology Review», «New York Times», '«Washington Post». Questo è il suo primo volume pubblicato in Italia.